Lo sguardo di Medusa: mostra fotografica al femminile

Dal 19 luglio fino al 4 agosto  sarà possibile visitare a ingresso libero Lo sguardo di Medusa nell’attesa di Perseo

La mostra riunisce le opere di tre artiste del territorio provinciale lucchese, Sarah Binotto, Daniela Lazzareschi, Valentina Ramacciotti, che hanno scelto la fotografia per esprimersi.

Il titolo della mostra, curata da Marella Pomponio e Annalisa Bugliani, allude alla bellezza (quella che ha fatto condannare la Medusa da Atena ma anche all’oggetto della fotografia) e alla sua disperata ricerca, ma anche al tentativo di cogliere l’attimo, fermandolo per consegnarlo alla memoria, sottraendolo al flusso inesorabile del tempo (pietrificandolo con il potere dello sguardo di Medusa, prima che la lama di Perseo cali impietosa) e allude anche al lavoro del fotografo, che, “attraverso lo specchio” (come fa Perseo per evitare lo sguardo di Medusa) inquadra l’esistente per selezionare ed asportare gli elementi che danno vita alla propria visione.

Tre diverse impostazioni tecniche e poetiche quelle delle artiste coinvolte, accomunate dall’uso del mezzo fotografico come strumento che allo stesso tempo indaga la propria identità e il proprio sentire mentre delinea una visione personale sul mondo e soprattutto struttura una riflessione sull’attuale congiuntura storico-culturale, dominata dall’immagine diffusa pervasivamente e dalla connessione continua e diffusa.
Una ricerca inesausta della bellezza intesa in senso “montaliano”, delle piccole cose che rischiano di sfuggire al ritmo circadiano impiegatizio, nella natura e nelle pieghe interstiziali dell’esistenza, è quella condotta da Daniela Lazzareschi, che non ha bisogno della figura umana.
La memoria, individuale o collettiva, che si deposita e innerva il paesaggio – naturale o modellato dal lavoro dell’uomo – è il soggetto del lavoro fotografico svolto da Sarah Binotto, che ha come fulcro anche il genius loci.
Il paesaggio e l’esistente, nella loro precarietà e nelle varie declinazioni biologiche, simboliche, ecologiste ed etiche, sono per Valentina Ramacciotti il teatro in cui narrare le sue storie distopiche. La macchina fotografica (e la telecamera) diventa per lei strumento per ulteriori narrazioni (è anche scrittrice) per raccontare storie distopiche ma verosimili e ipotizzare civiltà e mondi futuri.
La Fondazione Lucca Sviluppo e la Fondazione Banca del Monte di Lucca continuano l’azione di promozione della creatività territoriale nelle sue molteplici forme, varcato da poco il decennale, testimoniato da una imponente mostra riassuntiva di pochi mesi fa.
L’azione delle due Fondazioni si è arricchita di nuove componenti, che vedono messi in luce i vari linguaggi della contemporaneità, come quelli multimediali (come è accaduto nell’istallazione totale “Puccini. La Rondine Atto 1”), la street art (entrata per la prima volta nel Palazzo delle Esposizioni con la mostra di Moneyless), il cross over linguistico fra pittura, architettura, scultura e design oltre che una ancora più marcata azione di ricerca e promozione degli eventi storico-culturali recenti (il progetto artistico Volilovi/Maurolovi) che hanno contribuito a inserire Lucca nel dibattito dell’arte e della cultura contemporanea.
A questo si aggiunge l’azione di sviluppo di giovani creativi legati alle varie attività del mondo dell’arte e della cultura, che li vede coinvolti direttamente nella produzione di eventi, in una palestra per la creazione di profili professionali (curatori, grafici, allestitori.).

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