LIBRI SOTTO L’ALBERO: CONSIGLI DI LETTURA 2024

A occhi aperti di Mario Calabresi – Mondadori
«Ci sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li racconta», scatti che hanno plasmato così decisamente il nostro immaginario che hanno finito per diventare, in molte occasioni, gli unici «ricordi» che abbiamo di quegli eventi. Calabresi ha raggiunto alcuni dei fotogiornalisti più emblematici degli ultimi anni, chiedendo loro di raccontare i momenti che li hanno definiti: Josef Koudelka e la Primavera di Praga del 1968, Don McCullin e i conflitti in Vietnam e nell’Irlanda del Nord, Steve McCurry e l’Afghanistan in macerie, Sebastião Salgado e i massacri in Ruanda. Imperdibile, anche solo per la superba selezione fotografica.

Giù nel cieco mondo di Jesmyn Ward – NNE

«La prima arma che ho mai impugnato è stata la mano di mia madre». Il nuovo romanzo della scrittrice afroamericana due volte vincitrice del National Book Award (con Salvare le ossa e Canta, spirito, canta, entrambi bellissimi e da recuperare) è il racconto di un lungo viaggio all’inferno – il titolo è non a caso ispirato a un verso di Dante – di alcuni schiavi che, dalla Carolina del Nord, vengono incatenati e trasportati in Louisiana. Nella potente scena iniziale, vediamo la madre di Annis, la narratrice, portarla nel bosco e picchiarla con un ramo per insegnarle a difendersi: «Io sono l’arma», dice. E infatti, poco dopo, la donna viene venduta e la stessa Annis viene catturata. Come in altri libri di Ward, ritroviamo le voci, gli spiriti della terra e quelli delle acque e la costante presenza degli antenati.

Abel di Alessandro Baricco – Feltrinelli
«Il lavoro era sopravvivere. Lo svolgevano in molti, all’epoca, ma non tutti con la tecnica che ci eravamo scelti noi – noi lavoravamo come animali». Il protagonista di questo «western metafisico» che è l’atteso ritorno al romanzo di Baricco, è l’Abel del titolo che vive coi genitori e i cinque fratelli in «quegli spazi che giacevano muti, ai margini del conosciuto», in un Ovest profondo e mitico che, come precisa l’autore nella nota iniziale (dove dà anche una splendida definizione di scrittura: «La libertà più assoluta è il privilegio, la condizione e il destino di qualsiasi scrivere letterario»), esiste solo nella fantasia. Un giorno Abel, come ogni vero protagonista di storia che si rispetti, lascia il mondo conosciuto, il suo ranch, per seguire il proprio destino, cioè un nuovo lavoro e un amore. Incontrerà cowboy e indiani, donne incredibili e archetipiche.

La malizia del vischio di Kathleen Farrell – Fazi

Ecco un romanzo adatto a chi è in lutto per la fine della saga dei Cazalet. Quello di questa autrice autrice londinese, morta nel 1999, che durante la Seconda guerra mondiale lavorò per il Partito Laburista e che, poi, fondò la propria agenzia letteraria, è un romanzo irriverente che combina atmosfere rétro a spietate battute al vetriolo. Ambientato sulla costa del Sussex, racconta di una famiglia che si appresta a riunirsi per le festività nella dimora dell’anziana matriarca dove le tensioni, pian piano che trascorrono le ore, non potranno che aumentare (vi ricorda qualche cosa?). Nel cast ci sono: la nipote Bess, che vive con la zia, ma che in realtà vorrebbe andarsene; la figlia Marion, criticata dalla madre perché troppo carrierista; il figlio Adrian, che si presenta ubriaco; il nipote Piers, che si diverte a corteggiare la cugina Bess.

La vendetta delle Muse di Serena Dandini – HarperCollins
Fulminante esergo di Michela Murgia: «Agli uomini viene chiesto di avere un perché, alle donne un per chi». Quello di Dandini è un viaggio tra quelle che, dagli albori della civiltà, divine o mortali che fossero, sono state chiamate «muse» e che, soprattutto, sono state: volute, abbandonate, idolatrate, ritratte, cantate, ma sempre e solo come dei (meravigliosi) oggetti. Qui, però, lo sguardo viene ribaltato e di queste personagge vengono raccontati sogni, passioni, pulsioni e vita. Si spazia tra epoche e luoghi, dalla Roma barocca alla Swinging London, dal Sud America delle rivolte ottocentesche alla splendente Los Angeles degli anni ’70, passando per la Parigi delle avanguardie. E fanno la loro comparsa donne fuori dall’ordinario come Marianne Faithfull, Colette, Sophie Germain, Eve Babitz e Gala.

La vita altrove di Guadalupe Nettel – La Nuova Frontiera
«L’infanzia non finisce tutta in una volta come avremmo voluto da bambini. Rimane lì, rintanata e silenziosa nei nostri corpi maturi, poi appassiti, finché un bel giorno, dopo molti anni, quando crediamo che il carico di amarezza e di disperazione che portiamo sulle spalle ci abbia irrimediabilmente trasformato in adulti, ricompare con la rapidità e la potenza di un lampo, ferendoci con la sua freschezza, con la sua innocenza, con la sua dose infallibile di ingenuità, ma soprattutto con la certezza che quello sia stato, davvero, l’ultimo barlume che abbiamo avuto». Questo è l’incipit di Albatri vaganti, uno degli otto splendidi racconti di questa raccolta firmata da una delle più importanti scrittrici messicane contemporanee (di suo, recuperate se potete almeno il romanzo La figlia unica): probabilmente non servono ulteriori parole.

Lo spazio della casa di Mona Chollet – Il Saggiatore
Negli ultimi decenni, specialmente nelle grandi città, avere un casa è sempre più complesso, mentre le cicliche impennate del prezzo di immobili e affitti hanno offuscato l’idea stessa di diritto all’abitazione facendo, così, perdere valore a tutto il suo immaginario e potenziale sociale. È da qui, da quell’immaginario perduto, che comincia l’analisi di Chollet per ripensare e rinvigorire il concetto di casa. Chollet, già autrice dell’importante Streghe. Storie di donne indomabili dai roghi medievali a #MeToo (Utet, 2019), ci invita a riflettere sul concetto di «abitare» e a ribaltare la prospettiva comune, per arrivare a fare delle nostre abitazioni degli spazi di libertà e liberazione, politici, femministi, rivoluzionari e collettivi.

Buon Natale perfidia di AA.VV. – Exorma
Tra Babbi Natale precari, fantasmi salutisti che si mettono a scrivere, crisalidi natalizie e cronisti inaffidabili (del resto, chi lo sa che cosa è successo veramente la notte in cui è nato Gesù?), questi 23 racconti di scrittrici e scrittori (da Raffaella D’Elia a Paolo Albani, da Tommaso Lisa a Sara Ricci fino a Emanuela Cocco) abbinati a 23 illustratori sviscerano il tema del Natale in maniera puntuale e, spesso, ricca di sarcasmo. Tra i testi, viene proposto anche un racconto di Luigi Malerba intitolato Oro, incenso e mirra che inizia così: «– Prova a metterti nei panni di un Profeta – ho detto a mia moglie. – Quello ti grida nelle orecchie: ti succederà questo ti succederà quest’altro. Più che profezie sono degli ordini. Se tu non gli dai ascolto e fai delle cose diverse, lui si trova in difficoltà e prima o poi si vendica. – Ma che cosa stai a dire, Gaspare, si tratta di un sogno! Avrei voluto spiegare a mia moglie che i Profeti mica si incontrano di giorno in via del Tritone. Sono entità che vengono da lontano, di notte, in sogno. Ma non avevo voglia di imbarcarmi in una discussione e allora ho tagliato corto». Si ride molto.

 


Vincitori 42esima edizione del Premio Andersen-Il mondo dell’infanzia

MIGLIOR SCRITTORE

Francesco D’Adamo, Miglior Scrittore

Per il lavoro letterario, ultra ventennale, sorretto dall’impegno e dalla passione e sostanziato da una prosa potente, nutrita da uno sguardo etico capace di dare voce alle periferie e alle differenze. Per le efficaci soluzioni narrative percorse da una sottile vena onirica che non rinunciano alla concretezza di trame e avventure. Per una scrittura sempre dalla parte dell’età evolutiva.

MIGLIOR ILLUSTRATRICE

Claudia Palmarucci, Miglior Illustratrice

Per essere una delle voci più alte e significative dell’illustrazione italiana degli ultimi anni. Per un segno fortemente innovativo capace di mettere in primo piano la forza narrativa delle immagini e il loro rapporto con il testo. Per coniugare costantemente quotidianità e dimensione surreale, incanto e sorpresa. Per un rigoroso e colto lavoro di ricerca e documentazione.

MIGLIOR LIBRO 0/6 ANNI

Tutti lo hanno visto! di Margaret Wise Brown – fotografie di Ylla – trad. a cura della redazione, Orecchio Acerbo

Per l’impagabile sorpresa finale che conclude un percorso fatta di piccole e inattese sorprese. Per la non comune efficacia narrativa delle immagini fotografiche e per il rapporto che stabiliscono con il testo e con la partitura grafica. Per celebrare con tenerezza e ironia le meraviglie della vita.

MIGLIOR LIBRO 6/9 ANNI

Jole di Silvia Vecchini – ill. di Arianna Vairo, Topipittori

Per la delicata e vivida rappresentazione del mondo dell’infanzia. Per averci regalato un piccolo e inconsueto viaggio di formazione aperto al realismo magico. Per l’intensità materica delle illustrazioni e per il fittissimo dialogo che instaurano con il testo.

MIGLIOR LIBRO 9/12 ANNI

Hodder e la fata di poche parole di Bjarne Reuter – trad. di Eva Valvo, Iperborea

Per una storia scintillante e divertentissima ma, al tempo stesso, mirabilmente intensa, per la sua ricchezza di accenti. Per una narrazione sempre ineffabilmente sospesa fra quotidianità e invenzione fantastica. Per mostrarci implicitamente quanto siano complessi e vitali i rapporti fra mondo degli adulti e infanzia.

MIGLIOR LIBRO OLTRE I 12 ANNI

La strada ti chiama di Francesca Bonafini, Sinnos

Per la capacità di intrecciare con freschezza e brio le voci di quattro ragazzi alle prese con la vita di tutti i giorni, specchio di una generazione cresciuta in un luogo diverso dai propri genitori e, per questo, in equilibrio tra ambizioni e opportunità. Per una scrittura attenta e coinvolgente, semplice ma accattivante e opportunamente musicale, a tratti sorprendente.

MIGLIOR LIBRO OLTRE I 15 ANNI

Il centro del mondo di Andreas Steinhöfel – trad. di Angela Ricci, La Nuova Frontiera

Per un romanzo potente e mai scontato, con cui si inaugura felicemente un nuovo contenitore di storie riservato ai giovani adulti. Per la capacità di raccontare l’amore senza alcuna banalità, ma mettendo in luce le fragilità dell’animo umano, l’esigenza di punti fermi, ma altresì di mettersi in gioco da soli. Per una scrittura che dà vita a luoghi e persone, tutti personaggi di un’architettura narrativamente maestosa, quanto la casa del protagonista.

MIGLIOR LIBRO DI DIVULGAZIONE

Unico nel suo genere di Neil Packer – trad. di Sara Saorin, Camelozampa

Per aver concepito e disposto una sorta di caleidoscopico catalogo del mondo, con le sue unicità e varietà, in una prospettiva originale, capace di porsi come meditazione sul divenire nel tempo e di farlo dalla parte del punto di vista dell’infanzia.

MIGLIOR LIBRO FATTO AD ARTE

Diario di un’esplorazione fuori dalla tana. Appunti e scoperte di Edmond il Coniglio di Thierry Dedieu – trad. di Jacopo Norcini Pala, Franco Cosimo Panini

Per la capacità di intrecciare diversi linguaggi in un libro-laboratorio che assume la forma di ciò che racconta, che sorprende gli occhi e nutre la meraviglia, invitandoci a cercarla nei prati ad altezza di coniglio e di bambino. Per la ricchezza di spunti, per gli interrogativi senza risposta, per le pagine che si aprono sul mondo.

MIGLIOR ALBO ILLUSTRATO

Le caramelle magiche di Heena Baek – trad. di Dalila Immacolata Bruno, Terre di Mezzo

Per una narrazione fantastica a misura di bambino, che sa divertire e commuovere, e dove la magia diventa occasione per interrogarsi sulle parole che ci scambiamo ogni giorno, sulle relazioni con chi ci sta accanto, con chi non c’è più, con chi ancora non abbiamo incontrato. Per l’originalità delle immagini, veri e propri mondi costruiti dall’autrice per immergere il lettore in un racconto d’amicizia, incanto e coraggio.

MIGLIOR LIBRO SENZA PAROLE

Sdeng bum splash! Il grande libro dei rumori di Benjamin Gottwald, Terre di Mezzo

Per l’originalità di una proposta che trasforma il libro in uno spartito per la lettura condivisa, dove le immagini suggeriscono rumori, offrendo una dimensione sonora allo sguardo del bambino. Un libro da sperimentare insieme, muto ma per nulla silenzioso, dove si gioca con la voce e l’immaginazione, senz’altro fine che non sia la gioia di stare insieme.

MIGLIOR LIBRO A FUMETTI

Caterina e i capellosi di Alessandro Tota, Canicola

Per la gioiosa capacità di costruire, anche grazie alla sua protagonista, una narrazione divertente, ribelle e selvatica; per vivificare con l’humor del linguaggio del fumetto il piacere della dimensione avventurosa e naturale rivolgendosi a giovani lettrici e lettori.

MIGLIOR LIBRO MAI PREMIATO

A letto, bambini! e altre storie di Sylvia Plath – trad. di Bianca Pitzorno, Mondadori

Per aver riportato ai lettori tre storie che sono in primo luogo estremamente divertenti e efficaci nella lettura ad alta voce, grazie al ritmo di una scrittura di una grande poetessa, capace di superare indenne i decenni. Per una traduzione sapiente che ne recupera la freschezza, lo sguardo affettuosamente ironico e in profonda sintonia con la fantasia dell’infanzia.

PROTAGONISTA DELLA CULTURA PER L’INFANZIA

Sergio Ruzzier, Protagonista della Cultura per l’Infanzia

Per la preziosa riflessione attorno ai “libri a figure”, che prende forma nei suoi albi per l’infanzia, negli interventi critici, nelle opere tradotte o illustrate. Per un percorso autoriale che nasce dall’amore per le immagini narranti e che si alimenta della storia dell’illustrazione per l’infanzia, contribuendo a valorizzare un potente mezzo espressivo troppo spesso relegato ai margini della cultura.

 

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