Che faccia avevamo al tempo del virus? Un giorno, per fortuna, ce lo chiederemo. Ma chi risponderà? Non ci sono fotoreporter professionisti nelle case della nostra quarantena. Ci siamo noi. “Avete una responsabilità storica! Siete gli unici reporter di voi stessi!”, si sbraccia Oliviero Toscani nel rettangolo bislungo della videochiamata. Da tre giorni, ogni pomeriggio alle 17.30 in diretta Instagram (olivierotoscanistudio), sta lanciando un appello: a tutti i fotografi, cioè a tutti, visto che siamo tutti fotografi, in qualche modo. “Facciamoci tutti l’autoritratto da reclusi, da carcerieri di noi stessi”.
Lui se li fa mandare alla mail masterclass@toscani.com, l’appello è rivolto a tutti e a chiunque, personaggi o everyman, li raccoglie. Sarà una enorme galleria corale di facce, non le solite facce, ma le facce che portano i segni di un tempo mai vissuto prima. “Ognuno è testimone di quel che sta accadendo, ognuno reagisce a suo modo… Su ogni faccia è scritta una storia diversa. Chi è fortunato come me e ha una casa grande, chi vive in due stanze con moglie e tre figli, chi è ottimista, chi apprensivo, chi è diventato attivissimo, chi abulico… Tutti nella stessa condizione ma ciascuno in modo diverso. Raccontiamolo, quel modo…”.
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