Trama
Gustav e Luca vivono insieme da molto tempo, ma un giorno, a colazione, una battuta di Luca instilla in Gustav il timore che il compagno sia (insospettabilmente) maschilista. I due iniziano allora, tra il serio e il faceto, un cammino di analisi sociale – attraverso interviste a psicologi, sociologi, politici, scrittori e persone comuni – diretto a farci capire quanto la società italiana induca i singoli maschi, ancorché (apparentemente) di ampie vedute, a essere inconsapevolmente discriminatori nei confronti delle donne.
Quante volte capita alle coppie “collaudate” di scoprire, dopo molto tempo, dei reciproci aspetti caratteriali che potrebbero mettere in crisi il rapporto? Non è il caso di Gustav e Luca che si amano da 20 anni, ma il film gioca sulla creazione – divertita e divertente – di due personaggi che fungono da macro modelli comportamentali: Luca è l’italiano medio, buono ma un po’ superficiale, uno che senza “dolo” si adegua alle imposizioni sociali finendo per essere passivamente discriminatorio; Gustav è invece l’intellettuale, la luce che svela. È grazie a questo meccanismo da “commedia” ai confini della satira che Dicktatorship riesce a essere equilibrato e leggero, nonostante metta in scena le violenze psicologiche ancora oggi inferte dai maschi nei confronti delle donne all’interno di una (amaramente comica) rappresentazione caleidoscopica.