Festa della Toscana
Il 30 novembre del 1786 la Toscana adottò un nuovo codice penale in cui, per la prima volta al mondo, si decretava l’abolizione della pena di morte: la Festa della Toscana vuole ricordare quell’evento straordinario e affermare l’impegno per la promozione dei diritti umani, della pace e della giustizia, come elemento costitutivo dell’identità della Toscana.
30 N0vembre
La Festa della Toscana è, per tutte e tutti noi, un motivo di grande orgoglio. Essere stata la prima regione al mondo, nel 1786, ad aver abolito la pena di morte e la tortura è e resterà sempre una scelta rivoluzionaria in nome della libertà e dei diritti della persona. Qualunque persona.
Celebrarla, come avviene ormai ogni anno dal 2001, è dunque segno della volontà di voler sottolineare e rinnovare questo tratto distintivo della nostra regione con grande forza. Trovo però altrettanto bello e significativo che in questa ultima legislatura abbiamo deciso di fare un passo in più: unire al ricordo della scelta rivoluzionaria operata dall’allora granduca Pietro Leopoldo, l’attenzione su aspetti del nostro presente e del nostro futuro. Abbiamo iniziato dai nuovi diritti e la lotta ai linguaggi d’odio, proseguito con la libertà d’espressione sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione e infine con la figura di don Lorenzo Milani e il suo “I Care”, monito che abbiamo deciso di apporre anche all’ingresso della nostra aula consiliare.
Un modo per spiegare, soprattutto ai più giovani, che vogliamo affidare loro il testimone dei valori che la Toscana incarna e che questi stessi valori possono e devono essere testimoniati ogni giorno nel nostro vivere quotidiano.
Sempre in quest’ottica, abbiamo deciso di dedicare invece l’edizione 2024 al tema della “Toscana, terra di genio e innovazione”, pensando proprio alla grande innovazione posta in atto da Pietro Leopoldo ma al tempo stesso alle tante, tantissime personalità che nella storia, proprio dalla Toscana, hanno in qualche modo cambiato e rivoluzionato l’intero pianeta. Avere l’ambizione di cambiare il mondo, di sognarne uno migliore, di non accontentarsi e di non rimanere mai indifferenti è un messaggio potentissimo che vorremmo affidare alle nuove generazioni. Proprio a partire da far conoscere loro il valore inestimabile che ci ha consegnato quanto accaduto il 30 novembre di 238 anni fa.
Sono fermamente convinto che essere stati il primo Stato al mondo ad abolire la pena di morte e la tortura non sia un caso: è l’essenza stessa della nostra storia, delle nostre radici.
Ed è proprio su queste radici che dobbiamo avere la forza e l’ambizione di costruire il futuro.
Sito: https://www.consiglio.regione.toscana.it





