1) La lettera di Gertrud, Björn Larsson, Iperborea
È spargendo al vento le ceneri della madre che Martin Brenner, genetista all’apice di una brillante carriera, marito e padre felice, comincia a interrogarsi sul suo rapporto con lei: perché non prova un vero dolore, perché ha sempre sentito che un velo si frapponeva tra loro? Scoprirà il motivo in una lettera che lei gli ha lasciato: quello che li divideva era un segreto. Sua madre non si chiamava Maria, ma Gertrud, ed era un’ebrea sopravvissuta ai lager. Glielo aveva nascosto per proteggerlo, ma anche per lasciarlo libero di scegliere, da adulto consapevole, la propria identità e la propria vita. Ma qual è la scelta davanti a una rivelazione così scioccante? E cosa vuol dire poi essere ebreo? Con il razionalismo dello scienziato, Martin si getta in ogni genere di letture, ricerche, discussioni con l’amico Simon e il rabbino Golder, per poter decidere: tenere il segreto o accettare la sua ebraicità, sconvolgendo non solo la propria esistenza, ma anche quella della sua famiglia, nonché quel quieto rapporto di «reciproca indifferenza» che ha sempre avuto con Dio? Ed è davvero libero di scegliere o è in realtà costretto ad accettare una definizione che per un genetista, e ateo, non ha alcun significato, e un’appartenenza che non sente?
2) Vento in scatola, Marco Malvaldi – Glay Ghammouri, Sellerio 2019
Una commedia da camera si potrebbe definire Vento in scatola, solo che in questo caso la camera, l’ambiente chiuso in cui tutto si svolge, è molto grande: un carcere. Le celle, i corridoi, «l’aria», le zone degli assistenti, la stanza del dirigente, i luoghi di punizione (non c’è in questo carcere la tremenda «cella liscia»): qui i detenuti interagiscono tra di loro e con i sorveglianti, cercano di stabilire gerarchie e simpatie, e di passare il tempo. Al centro di questa vicenda corale, che non ha niente di autobiografico pur avvalendosi di esperienze vissute, c’è un giovane che si forma cittadino: un tunisino, abile broker nel suo paese, in carcere per un reato che non ha commesso ma impunito per una truffa di cui è colpevole. Mentre trascorre normalmente la pena, gli capita una cosa che mette i brividi e lo costringe a una scelta.
3) Di perle e cicatrici, Pedro Lemebel, Edicola Ediciones 2019
Leggendo Pedro Lemebel, artista poliedrico che narrò le sorti del popolo cileno massacrato dalla dittatura di Pinochet, e dei suoi oppositori «nella trincea della loro esaltata disubbidienza», non posso fare a meno di pensare a chi esercita la proprietà sui corpi che non tornano. Corpi dissidenti, corpi desideranti, corpi ribattezzati dalla tortura, corpi svaniti. Questo libro viene da un processo, un giudizio pubblico e un Norimberga sputato sui personaggi complici dell’orrore», scrive lo stesso autore nell’introduzione del libro “Di perle e cicatrici”, tradotto da Silvia Falorni e pubblicato da Edicola Ediciones. Fra coloro che videro e s’impegnarono a negare l’orrore, anche noti esponenti delle arti e dei mezzi di comunicazione di massa che Lemebel denuncia come collaborazionisti. Pinochet si dichiarò presidente del Cile a seguito del golpe del 1973 e morì troppo tardi, nel 2006, senza mai essere condannato, nonostante si fosse macchiato di crimini contro l’umanità.
4) La mia cosa preferita sono i mostri – Emil Ferris
Karen Reyes ha dieci anni, vive a Uptown Chicago, con la made e il fratello Deeze. Ama l’arte, i giornalini horror e i vecchi film di mostri. Un giorno torna a casa da scuola e apprende che la vicina è morta. Suicidio, dicono, ma Karen non ci crede. Siamo nel 1968, nel pieno della contestazione, e questa storia la leggiamo dal diario scribacchiato, scarabocchiato e illustrato di Karen. I misteri sono fuori e dentro casa, perché più Karen cerca di capire cosa sia successo alla sua vicina, Anka, una sopravvissuta dell’Olocausto nazista, più comprende che c’è un terribile segreto del passato che tormenta suo fratello Deeze.
Emil Ferris debutta con questo straordinario primo capitolo di due di un romanzo grafico-fiume che le è valso un successo internazionale e il plauso di luminari come Art Spiegelman, Chris Ware e Alison Bechdel. L’edizione BAO, fedelissima all’originale di Fantagraphics, è costata centinaia di ore di calligrafia, di adattamento e di impaginazione meticolosa. Un capolavoro annunciato, una nuova evoluzione del potenziale del linguaggio del Fumetto.
5) Nato per non correre, Salvo Anzaldi, CasaSirio 2019
È possibile correre i 42 km della Maratona di New York con un ginocchio in titanio e una malattia considerata sinonimo di immobilità? Sì, e ce lo ha dimostrato Salvo Anzaldi, il primo novembre 2015.Una corsa per dimostrare a se stesso e a ogni singolo emofilico che nessuna sfida è troppo grande da non poter essere affrontata e che se ci credi puoi arrivare dove non avresti mai nemmeno osato sognare.
6) La manutenzione dei sensi, Franco Faggiani, Fazi editore 2018
A un incrocio tra casualità e destino si incontrano Leonardo Guerrieri, vedovo cinquantenne, un passato brillante e un futuro alla deriva, e Martino Rochard, un ragazzino taciturno che affronta in solitudine le proprie instabilità. Leonardo e Martino hanno origini ed età diverse, ma lo stesso carattere appartato. Il ragazzo, in affido temporaneo, non chiede, non pretende, non racconta: se ne sta per i fatti suoi e non disturba mai. Alle medie, però, a Martino, ormai adolescente, viene diagnosticata la sindrome di Asperger.
Per allontanarsi dalle sabbie mobili dell’apatia che sta per risucchiare entrambi, Guerrieri decide di lasciare Milano e traslocare in una grande casa, lontana e isolata, in mezzo ai boschi e ai prati d’alta quota, nelle Alpi piemontesi. Una storia positiva è al centro di questo romanzo che trabocca di umanità e sensibilità autentiche e che contiene una riflessione sul labile confine che divide la normalità dalla diversità.
Un romanzo sul cambiamento, la paternità, la giovinezza, in cui padre e figlio ritroveranno la loro dimensione più vera proprio a contatto con la natura, riappropriandosi di valori irrinunciabili come la semplicità e la bellezza.
7) Lungo petalo di mare, Isabel Allende, Feltrinelli 2019
A settant’anni dall’approdo a Santiago del Cile del Winnipeg, la nave equipaggiata da Neruda per mettere in salvo più di duemila esuli della Guerra civile spagnola, la potente voce narrativa di Isabel Allende ci accompagna in Spagna, durante l’ultimo periodo del conflitto, ci porta in fuga nei Paesi Baschi e in Francia, e da lì in Cile, per raccontarci cinquant’anni di storia del suo paese natale. E insieme a quella dei protagonisti, esuli catalani, la pianista Roser e il medico Víctor, ripercorre l’esistenza di personaggi quali Neruda e Allende, comparse d’eccezione in un libro che fonde la storia con l’immaginazione del possibile, secondo quella formula già sperimentata con cui solo Isabel Allende sa restituire un affresco indimenticabile di solidarietà, di integrazione, di resistenza.
8) L’istituto, Stephen King, Sperling & Kupfer 2019
È notte fonda a Minneapolis, quando un misterioso gruppo di persone si introduce in casa di Luke Ellis, uccide i suoi genitori e lo porta via in un SUV nero. Bastano due minuti, sprofondati nel silenzio irreale di una tranquilla strada di periferia, per sconvolgere la vita di Luke, per sempre. Quando si sveglia, il ragazzo si trova in una camera del tutto simile alla sua, ma senza finestre, nel famigerato Istituto dove sono rinchiusi altri bambini come lui. Dietro porte tutte uguali, lungo corridoi illuminati da luci spettrali, si trovano piccoli geni con poteri speciali – telepatia, telecinesi. Appena arrivati, sono destinati alla Prima Casa, dove Luke trova infatti i compagni Kalisha, Nick, George, Iris e Avery Dixon, che ha solo dieci anni. Poi, qualcuno finisce nella Seconda Casa. «È come il motel di un film dell’orrore», dice Kalisha. «Chi prende una stanza non ne esce più.» Sono le regole della feroce signora Sigsby, direttrice dell’Istituto, convinta di poter estrarre i loro doni: con qualunque mezzo, a qualunque costo. Chi non si adegua subisce punizioni implacabili. E così, uno alla volta, i compagni di Luke spariscono, mentre lui cerca disperatamente una via d’uscita. Solo che nessuno, finora, è mai riuscito a evadere dall’Istituto. Dopo classici come L’incendiaria e It, King si mette di nuovo alla prova con una storia di ragazzini travolti dalle forze del male, in un romanzo come sempre trascinante, che ha anche molto a che fare con i nostri tempi.
9) E poi basta. manifesto di una donna nera italiana, Espérance Hakuzwimana Ripanti, People 2019
“È da tutta la vita che sono una persona nera. Non l’ho scelto ma so benissimo cosa vuol dire. Spesso però sono gli altri a non saperlo, a dimenticarlo. Sono nera, italiana, donna, e scrivo.” Già da queste poche righe, capiamo come “E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana” risulti fondamentale. Risponde, infatti, a delle domande che oggi in Italia non possiamo più permetterci di ignorare. Che cosa significa crescere in un Paese dove il razzismo assume le più svariate sfumature? A volte è esplicito (“Luca Traini ha riversato il suo sentimento di vendetta verso persone che avevano la sola colpa di essere nere. In quel momento ho capito che oltre ad essere in pericolo ero più vulnerabile di quanto pensassi”). Altre volte è più sottile interiorizzato (“È pesante dover rispondere quotidianamente alla domanda: ‘Da dove vieni?'”). E ancora: come è percepito il corpo delle donne nere in Italia? Come possiamo rendere l’Adozione Internazionale più consapevole? Questi quesiti dipingono il volto di un’Italia che non ha ancora fatto i patti con la storia del proprio razzismo che non può essere assimilato a quello americano (ben più conosciuto), ma ha una dimensione propria e radici profonde legate al fascismo e al colonialismo. Le voci delle persone di colore in Italia (gli immigrati, le seconde e terze generazioni, le persone adottate) devono essere ascoltate, o rischieremo di perdere una parte fondamentale della nostra storia e cultura. Espérance, con il suo vissuto, ci ricorda che questa conversazione va fatta: le parole, in fin dei conti, servono anche (e sopratutto) a questo.
10) Il cielo diviso, Christa Wolf, Edizioni E/O 2012
Sono passati più di 30 anni da quando Il cielo diviso è stato pubblicato per la prima volta in Germania. In questo arco di tempo il Muro di Berlino è stato abbattuto. Eppure la storia d’amore di Rita e Manfred, storia cresciuta e naufragata all’ombra di quel Muro e dei grandi eventi storici e esso collegato, non ha perso neanche un briciolo della sua forza emotiva e metaforica. I due giovani sono ancora lì, sotto gli occhi del lettore, nel momento in cui si uniscono in un innocente progetto di vita comune e poi, nemmeno due anni dopo, quando questo stesso amore si spezza sotto l’arida pressione della Storia. Allora le differenze ideali e di temperamento dei due prevalgono e le loro strade si separano.