Mostre e musei che riaprono in Toscana

CON L’ALLENTAMENTO DEL LOCKDOWN, COMINCIA LA PRIMA GRADUALE RIAPERTURA DEI MUSEI. TRA ACCESSI CONTINGENTATI, PRENOTAZIONI ONLINE, PERCORSI DIFFERENZIATI DI INGRESSO E USCITA ECCO I PRIMI SPAZI CHE APRONO IN TOSCANA

 È iniziata la fase 2 in tutta Italia, e come gli esercizi commerciali, anche i musei riaprono, nel rispetto di tutte le norme ministeriali.
Riapre al pubblico il Centro  per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato che, grazie ai suoi 8mila mq di spazi e grandi sale, renderà semplice il distanziamento fisico e la gestione contingentata del flusso di persone che comunque non potranno essere più di 60 contemporaneamente. Il museo aspetta nuovamente i suoi visitatori, in piena sicurezza e con una ricca programmazione: dalla proroga al 23 agosto di The Missing Planet che presenta le ricerche artistiche sviluppate dagli anni Settanta a oggi nelle ex repubbliche sovietiche, alla nuova video installazione Interregnum di Adrian Paci; dalle dieci bandiere d’artista realizzate per Centro Pecci Extra al progetto KENE/Spazio, promosso da Fondazione Pianoterra Onlus, dell’artista ivoriano Mohamed Keita. Fino alla prima mostra italiana dedicata all’acclamato fotografo e poeta cinese Ren Hang, tragicamente scomparso a neppure trent’anni, che inaugurerà il 4 giugno presentando la sua ricerca su corpo, identità, sessualità e rapporto uomo-natura. “Oltre che un luogo sicuro ci piacerebbe che il museo fosse percepito, ora più che mai, come uno spazio aperto e accogliente anche per chi non ci è mai venuto prima”, afferma la direttrice Cristiana Perrella. “Per questo abbiamo deciso l’ingresso gratuito e abbiamo lavorato per ripartire con un programma ricco e nuove proposte, curando molto tutte le forme di mediazione e partecipazione, sperimentandone di nuove e dedicando più spazio ai servizi educativi e alle sale lettura”.

Anche i monumenti del Duomo di Firenze riaprono con ingresso gratuito fino alla fine del mese. Tramite prenotazione obbligatoria on line del giorno e dell’ora di visita, si potrà, così, accedere alla Cattedrale di Firenze in massimo 3750 persone (1500 il venerdì e il sabato e 750 la domenica), al Battistero in 1710, al Campanile di Giotto in 80 e al Museo dell’Opera del Duomo in 1000 (nel 2019 potevano 3500). Rimarrà invece chiusa al pubblico, fino al 18 giugno, la Cupola del Brunelleschi per lavori di manutenzione all’impianto di illuminazione, sospesi a causa della chiusura per l’emergenza sanitaria. “L’Opera di Santa Maria del Fiore riapre seppur con un volto completamente diverso”, dichiara il Presidente Luca Bagnoli: “il doloroso azzeramento della programmazione culturale ne è un esempio, per cui sono state sospese le Celebrazioni per i 600 anni della Cupola, le rassegne musicali O Flos Colende e Note al Museo e interrotta la collaborazione con la Pergola per l’impiego del Teatro Niccolini. E nonostante questo riapriamo per dare un segnale di speranza concreto, per dire ai fiorentini e a tutto il mondo che noi ci siamo pronti ad accogliere in sicurezza quanti verranno a Firenze”. L’Opera di Santa Maria del Fiore sarà la prima istituzione al mondo ad adottare in ambito museale una nuova tecnologia che permette di mantenere la distanza di sicurezza tra i visitatori. Si tratta del dispositivo Tag EGOpro Social Distancing sviluppato dalla società italiana AME (Advanced Microwave Engineering) fornito gratuitamente ai turisti all’inizio delle visite, che una volta indossato segnala con un suono, vibrando e illuminandosi, che è stata superata la distanza minima consentita.

www.duomo.firenze.it

 

A Firenze riapre anche il celebre giardino mediceo (parte del complesso museale insieme all’adiacente Palazzo Pitti e alla Galleria delle Statue e delle Pitture): uno dei più antichi e splendidi esempi di giardino “all’italiana”, che accoglie, tra i suoi viottoli immersi nel verde, una vasta collezione di piante e fiori rari ed oltre 300 sculture risalenti all’età classica, al Rinascimento e al Barocco. E lo fa nel pieno rispetto delle norme sanitarie: obbligo di mascherine, termoscanner agli ingressi, gruppi di massimo 10 persone. “Aprire Boboli, il cuore verde di Firenze, alla fine della fase più critica e buia dell’emergenza, è un segnale di rinascita molto potente, un augurio per tutti noi”, spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt. “Seguiranno gradualmente, come suggerito dal Comitato tecnico-scientifico del Governo, i musei di Palazzo Pitti e gli Uffizi. Intanto godiamoci il giardino: invito tutti i visitatori ad ammirarlo non solo per i suoi tesori botanici ma anche come uno splendido museo a cielo aperto, con il suo patrimonio inestimabile di sculture antiche, rinascimentali e barocche disseminate ovunque”.
www.uffizi.it

Rapre anche il Museo di Palazzo Pretorio di Prato con la grande mostra Dopo Caravaggio. Il seicento napoletano nelle collezioni di Palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito, prorogata al 6 gennaio 2021. Organizzata dal Comune di Prato, in collaborazione con la Fondazione De Vito, l’esposizione documenta l’impatto determinante della pittura di Caravaggio su alcune delle personalità più rilevanti della scena artistica partenopea nel XVII secolo, attraverso una scelta di opere di grande qualità delle due collezioni. “Siamo pronti a riaprire le porte dei musei della città”, commenta l’assessore alla cultura Simone Mangani, “facendo attenzione alla sicurezza e alla salute dei lavoratori e dei frequentatori, con la consapevolezza della ricchezza di un patrimonio pubblico, di un patrimonio di tutti stratificatosi nel corso del tempo“. Per garantire la riapertura in sicurezza, sia per i visitatori che per il personale e i fornitori, il Museo di Palazzo Pretorio ha definito un protocollo che prevede un numero di 68 visitatori per volta con obbligo di indossare la mascherina, sanificare le mani con i gel a disposizione o indossare guanti monouso.
www.palazzopretorio.prato.it

La Fondazione Pistoia Musei riapre, invece, i suoi spazi con la mostra di Sebastião Salgado, Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni, prorogata fino al 26 luglio. Composta da un corpus di 180 fotografie, l’esposizione racconta la storia del nostro tempo attraverso momenti drammatici ed eroici vissuti da singoli individui negli scatti in bianco e nero del fotografo brasiliano che per anni ha documentato le migrazioni di massa restituendo la condizione esistenziale di milioni di uomini che sono stati capaci di spezzare i legami con le proprie radici, cercando loro stessi in un viaggio verso altri luoghi. Dopo due mesi di chiusura a causa dell’emergenza sanitaria, la Fondazione riapre così al pubblico garantendo ai visitatori totale sicurezza e nel pieno rispetto delle norme di legge indicate delle autorità: l’accesso sarà infatti consentito esclusivamente previa prenotazione telefonica per gestire e contingentare il flusso dei visitatori, che avranno l’obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata della visita; all’ingresso avverrà inoltre la misurazione della temperatura e l’igienizzazione delle mani.
www.fondazionepistoiamusei.it

Fonte: https://www.artribune.com

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