Il ‘600 giapponese agli Uffizi di Firenze

39 grandi opere arriveranno per la prima volta in Italia, ad ospitarli il museo degli Uffizi di Firenze.

Sarà un’occasione unica per scoprire da vicino una cultura per noi così distante e per questo misteriosa e affascinante.

39 paraventi pieghevoli e porte scorrevoli, esposte 13 per volta, che costituiscono veri e propri tesori nascosti del Sol Levante, espressione del periodo corrispondente al nostro Rinascimento prima e al Barocco più tardi.

Una selezione di opere di paesaggi e temi naturalistici, molte delle quali difficili da vedere anche in Giappone perché non esposte al pubblico, nel classico formato del paravento pieghevole (byōbu) e delle porte scorrevoli (fusumae).

Gli Uffizi ospitano così il periodo d’oro della produzione artistica giapponese, tra l’epoca Muromachi e l’inizio dell’epoca Edo (XV – XVII secolo), in cui emergono ideali estetici tra loro opposti, e ancora oggi riconoscibili nel paese. Da una parte le linee essenziali e i vuoti, tipici della filosofia zen e delle influenze cinesi, dall’altra le grandi decorazioni in oro che richiamano ancora una volta al mondo naturalistico,ma più ricercate e raffinate, adatte ai fasti  delle residenze dell’alta aristocrazia del Sol Levante. Ecco così che vengono rappresentati uccelli dal nobile piumaggio e l’armonia delle quattro stagioni, paesaggi bucolici, ma anche segni scarni e simboli, tutto però in ossequio al creato e alla visione che ne avevano gli orientali. Sono artisti come Hasegawa Tōhaku, Kaihō Yūshō, Unkoku Tōgan a trasmetterci, attraverso le loro opere, il “sentimento per le cose”, spinta empatica tra l’individuo e ciò che lo circorda, nella quale la natura  è percepita come specchio dell’animo umano.

Quando da noi sulla scena italiana ed europea a farla da padroni e a stupire il mondo occidentale erano Raffaello, Masaccio, Michelangelo, Tiziano e Caravaggio, dall’altra parte del globo, grazie agli stessi meccanismi di committenza e di mecenatismo tipico delle nostre corti europee, si avviò una fioritura delle arti  molto simile, che il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, non esita a definire il “Rinascimento giapponese”.

Fino al 7 gennaio: https://www.uffizi.it/eventi/il-rinascimento-giapponese

 

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