CARTASIA CAMBIA NOME E DIVENTA “LUCCA BIENNALE”

Tante novità annunciate durante la conferenza stampa, in vista della prossima edizione della Biennale, che si terrà dal 4 agosto al 27 settembre.

La prima grande novità di questa nona edizione sta proprio nel nome della manifestazione che da qui in avanti sarà “Lucca Biennale”. “Lucca” a significare il legame imprescindibile con la città che la ospita e con un territorio dove da secoli si producono carta e cartone. “Biennale” per sottolineare la valenza artistica della kermesse che negli anni si è ritagliata una posizione autorevole a livello internazionale e vuole confermarsi uno spazio di confronto sui grandi temi dell’attualità, sulle nuove tendenze artistiche e sull’innovazione, capace di rivolgersi e coinvolgere addetti del settore, appassionati, artisti, designers e semplici curiosi.

In questa sua nuova veste, per ogni edizione la Biennale avrà un paese ospite. Il primo sarà la Cina, terra in cui la carta è stata inventata nel I secolo D.C. Per il 2018 verrà organizzato intanto un primo focus con talks, eventi e una particolare vetrina per gli artisti cinesi, grazie alla realizzazione di una piccola architettura in cartone. Nel 2020 poi, in collaborazione con le università di Tongji (Shanghai) e Tsinghua (Pechino), sarà realizzato un vero e proprio padiglione in carta che ospiterà un’esposizione dedicata esclusivamente alla Cina.

Sempre a partire da quest’anno, Lucca Biennale ospiterà due artisti riconosciuti tra i più interessanti del panorama internazionale:

Lo scultore britannico James Lake che utilizza il cartone per le sue opere. Sfruttando a pieno il potenziale espressivo di questo materiale, Lake intaglia, manipola e mette insieme strati di cartone da imballaggio arrivando a creare opere scultorie di rara intensità. Lake è da ammirare per la tecnica artistica, la dedizione al materiale e la perseveranza che gli permette di superare i limiti della sua disabilità.

Altra ospite sarà all’artista giapponese Nahoko Kojima, una delle principali esponenti della paper art che realizzerà per la Biennale un’opera su commissione. I lavori tridimensionali di Kojima sono opere straordinarie di paper cut, tecnica che in Giappone ha radici molto antiche e che la giovane ha portato alla massima espressione arrivando ad esporre anche alla Saatchi Gallery di Londra.

Sono circa 400 gli artisti che hanno partecipato ai tre concorsi per artisti, designer e architetti indetti da Metropolis per selezionare le opere di Lucca Biennale 2018. Le domande sono arrivate letteralmente da tutto il mondo. Con oltre 2.000 metri quadri di esposizione, la sezione Art Indoor della Biennale propone lo stato dell’arte della paper art contemporanea. Da quest’anno, la mostra è aperta anche ad altre espressioni artistiche come la videoarte e il cinema.

Le opere monumentali che rendono unica Lucca Biennale rispetto alle altre manifestazioni dedicate alla paper art saranno allestite un po’ in tutta la città e ancora una volta la trasformeranno in una galleria d’arte a cielo aperto. Gli artisti risiederanno in Lucchesia per circa un mese e potranno realizzare le loro opere, come già accaduto nel 2016, alla Cavallerizza.

C’è poi la sezione design, nata nel 2016 e subito accolta con entusiasmo dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Questa sezione rappresenta un modo per parlare di presente e di innovazione e per il 2018 inviterà designers e architetti a confrontarsi con il tema delle emergenze.

Nel programma di Lucca Biennale anche performance, eventi per bambini e una tre-giorni di conferenze e confronti tra artisti, curatori, critici, direttori di musei e rappresentanti delle università di belle arti di tutto il mondo.

Il programma completo, insieme a informazioni sul luogo e orari saranno disponibili a breve su www.luccabiennale.com .

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