13ma edizione delle Conversazioni Napoleoniche

Maria Luisa d’Austria, le passioni di Napoleone tra Plutarco, Annibale e Tito Livio e la moda dipinta, dai campi di battaglia alle sale da ballo. Tornano per la 13ma edizione le Conversazioni Napoleoniche, appuntamento culturale dell’agosto lucchese che si svolge nell’ambito del progetto “Da Parigi a Lucca: il gusto di vivere al tempo di Napoleone e Elisa”, ideato da Roberta Martinelli con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e realizzato in collaborazione anche con il Souvenir Napoléonien.

 

Appuntamento lunedì 19, martedì 20 e mercoledì 21 agosto nel chiostro di San Micheletto (centro storico, Lucca), sempre alle 21,30 a ingresso libero, per tre incontri di approfondimento della vita dei napoleonidi e del loro tempo, quest’anno con la novità della presenza di due esperti di moda e costume, documenti di primo piano per la comprensione della storia e della comunicazione, ieri e oggi.

 

A presentare l’iniziativa alla stampa, stamani a Palazzo Orsetti, il sindaco Alessandro Tambellini, l’assessore alla cultura del Comune di Lucca, Stefano Ragghianti, la vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Lucia Corrieri PulitiPaolo Benedetti per la Provincia di Lucca, Roberta Martinelli, ideatrice del progetto, insieme a Simonetta Giurlani Pardini e Margarita Martinez, due delle relatrici.

 

Lunedì 19 agosto alle 21,30, Velia Gini Bartoli e Simonetta Giurlani Pardini parlano di “Maria Luisa.. la donna è mobile..”.Protagonista della conversazione è Maria Luisa d’Austria, moglie di Napoleone: personalità complessa che vive tre epoche: è figlia dell’Imperatore d’Austria, sarà moglie di Napoleone Imperatore, alla sua caduta troverà un nuovo ruolo come duchessa di Parma. Il suo fitto epistolario e le memorie di Meneval, segretario particolare di Napoleone, svelano di dettagli della sua storia privata e pubblica. Particolare attenzione sarà dedicata al periodo più drammatico della sua vita: quello della sconfitta e dell’abdicazione di Napoleone nel 1814, quando fu costretta a muoversi nelle grandi manovre della diplomazia europea che finiranno anche per condizionare la sua vita più intima.

 

Definitivamente chiusa l’esperienza imperiale, lasciato il figlio avuto da Napoleone a Vienna, il 19 aprile 1816 Maria Luisa arriverà nel piccolo Ducato di Parma, dove rimarrà per oltre trent’anni, cambiando la città per sempre. Molte sono le opere pubbliche realizzate negli anni del suo governo, come il Nuovo Teatro Ducale e il monumentale Ponte sul Taro che all’epoca fu ritenuto il più lungo d’Europa. Altrettanto interessanti, per comprendere i diversi volti di Maria Luisa, sono le attività che svolge nel suo privato. Una profonda conoscenza della musica, la passione per la pittura e il ricamo, per la botanica e il giardinaggio sono i tratti che la contraddistinguono. Appena arrivata a Parma si dedica a migliorare il giardini di Sala Baganza e della reggia di Colorno, creando serre fornite di stufe per la coltivazione frutti esotici come gli ananas, di piante e fiori. La violetta era il suo fiore preferito e il profumo di violetta il suo prediletto. Anche l’orto di Colorno era molto curato e lei stessa  amava piantare cavoli e insalate per la delizia del suo desco ducale. Maria Luisa aveva un grande amore per la buona tavola: l’influenza della cultura culinaria francese arricchirà le abitudini locali. Golosa di dolci, chiamerà a corte Vincenzo Agnoletti, uno dei  più famosi pasticceri dell’epoca.

 

 

Martedì 21 agosto alle 21,30 Peter Hicks, docente universitario di storia, storico e responsabile delle relazioni internazionali della Fondation Napoléon di Parigi, affronta il tema “Napoleone, le prime biografie e i suoi scritti tra Plutarco, Annibale e Tito Livio”. Le prime biografie di Napoleone Bonaparte, uscite prima del 1810 in Gran Bretagna in inglese e latino, sono molto poco studiate. Pubblicate in un paese nemico, questi testi furono considerati di parte senza neppure essere consultati. Poco considerati sono anche gli scritti composti dall’Imperatore a Sant’Elena, perché sospettati di essere troppo autobiografici e poco oggettivi. Ma proprio in questi scritti rivelano la sua passione per le vite parallele di Plutarco, la sua conoscenza profonda di “Ab urbe condita” di Tito Livio, la sua ammirazione per Annibale, questo generale cartaginese così brillante e vittorioso a neppure ventisei anni.

 

Mercoledì 21 agosto alle 21,30, al posto della conversazione tradizionalmente dedicata al cinema e realizzata in collaborazione con il Cineforum Ezechiele 25,17, sono quest’anno ospiti delle conversazioni napoleoniche due esperti di storia, moda e costumi del tempo di Elisa: nell’incontro dal titolo “Dal ballo al campo di battaglia: la moda ai tempi di Napoleone” intervengono Margarita Martinez, costumista ed organizzatrice di Gran Balli Napoleonici internazionali, che presenta i vestiti di ballo dall’inizio dell’Ottocento, e lo storico inglese Ben Townsend, autore di libri sulle uniformi militari napoleoniche e consulente per la BBC, che indaga su alcuni esempi francesi portandoli alla luce per la prima volta.

 

Usando come documenti storici quadri e disegni dell’epoca, andremo alla scoperta di come si disegnava e progettava un abito che servisse a portare messaggi di diverso tipo, dalle sale da ballo dove potere e cultura si imponevano tra passi di danza e cerimoniali, ai campi da guerra dove le divise non servivano solo a ripararsi da freddo e caldo. Townsend in particolare si soffermerà sulla pittura di Louis-Francois Lejeune della battaglia di Somosierra: un dipinto di battaglia può essere una fonte primaria affidabile per lo studio dell’uniforme e della moda militare in voga nella Grande Armée nel 1810?

Fonte: https://www.loschermo.it

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